Per legionella si intende un batterio aerobio definito gram-negativo di cui si conoscono molte specie tra cui la più pericolosa è la Legionella pneumophila. Il batterio prolifera negli ambienti acquatici naturali, risalendo poi a quelli artificiali come le tubature e gli impianti idrici dei centri abitati (serbatoi, piscine, fontane). Contrarre la legionellosi è, quindi, un rischio insito in diversi ambienti che, per questo motivo, necessitano di una corretta valutazione del rischio legionellosi e di misure preventive per impedire la proliferazione del batterio.

La normativa italiana di riferimento per la prevenzione delle infezioni è costituita dalle “Linee guida in tema di prevenzione e controllo della legionellosi” del 2015, elaborate da apposito gruppo di lavoro costituito all’interno del Ministero della Salute. Il documento aggiorna e integra tutte le indicazioni riportate nelle precedenti linee guida nazionali.

Secondo questo documento, gli operatori delle attività soggette ai controlli obbligatori devono redigere un piano di autocontrollo che preveda la periodicità delle verifiche, i criteri e le metodologie adottate, la procedura per la valutazione del rischio rivolta a identificare i punti critici dell’impianto idrico, lo schema degli impianti e le modalità di gestione del rischio incluse le azioni correttive adottate per ridurre il rischio di accumulo, insorgenza e infezione.

Il laboratorio offre il servizio di valutazione di un piano di campionamento per la valutazione del rischio, per l’autocontrollo con personale qualificato.

I campionamenti relativi alle verifiche sono di due tipologie principali:

  • Campionamenti finalizzati all’analisi legionella nelle acque
  • Campionamenti finalizzati all’analisi legionella in impianti aeraulici

In entrambi i casi la periodicità di campionamento è, di solito, semestrale ma tale frequenza può variare notevolmente in base ai risultati riscontrati, in base al tipo di struttura in cui viene eseguita l’attività e qualora vengono realizzati dei lavori di ristrutturazione con modifiche agli impianti.

I campioni prelevati e analizzati sono rappresentati principalmente da:

  • acqua del circuito dell’acqua calda sanitaria e di quello dell’acqua fredda sanitaria, soprattutto qualora, per quest’ultima tipologia d’impianto, la temperatura sia superiore a 20°C;
  • incrostazioni da tubature e serbatoi;
  • biofilm e/o altro materiale attaccato alle superfici interne delle tubazioni, allo sbocco di rubinetti, nei filtri rompigetto, all’interno del diffusore delle docce, da raccogliere utilizzando dei tamponi;
  • acqua d’umidificazione degli impianti aeraulici;
  • acqua dell’impianto di raffreddamento a torri evaporative/condensatori evaporativi;
  • filtri da impianti di climatizzazione;
  • vasche idromassaggio, fontane decorative;
  • acqua da sistemi per la respirazione assistita, aerosol;
  • acqua e altre matrici tipiche di stabilimenti termali.

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